domenica, aprile 30, 2006

Nostra Signora di Montallegro sopra Rapallo

Immagine: Statua processionale di N. S. di Montallegro, Santuario di Montallegro - Rapallo m. 612 s.m.

Il Santuario di Montallegro sorge sopra Rappallo, la "perla del Tigullio", in una delle più splendide posizioni della Riviera ligure. La sua storia è particolarmente interessante.
Venerdì 2 luglio 1557 a mezzogiorno. Un bravo colono della vicina Canevale sosta sul monte Allegro fra i ruderi di un antico castello. Si chiama Giovanni Chichizola, sta ritornando da Genova ed è stanco per il lungo viaggio e il caldo opprimente. Ad un tratto il suo sguardo è abbagliato da un vivido splendore: una voce lo chiama per nome. È la Madonna che gli appare e dice dolcemente: "Non temere, Giovanni, io sono Maria, la Madre di Dio. Annuncia ai Rapallesi la mia Apparizione e dì loro che qui voglio essere onorata. Questo quadro, portato per ministero angelico dalla Grecia, lascio come pegno di predilezione". Giovanni Chichizola, ancora emozionato per la celeste visione appena scomparsa, trova fra i giunchi la misteriosa Immagine (una piccola tavoletta raffigurante la morte della Mdonna); la sua commozione aumenta quando vede zampillare limpida acqua da una roccia dell'arido monte. Il brav'uomo, senza frapporre altri indugi, si reca a Rapallo per manifestare i voleri della Madonna. Intanto l'eco del prodigio si diffonde ed è una vera folla che ritorna sul monte guidata dal Chichizola e dall'arciprete, Iacobo Fieschi, che dal veggente stesso ha potuto informarsi dettagliatamente sullo straordinario avvenimento.
Il quadretto viene portato trionfalmente nella chiesa parrochiale di Rapallo: ma, evidentemente, non è questo il desiderio della Vergine. Infatti, il giorno dopo, la preziosa tavoletta è ritrovata sul monte. Riportata a Rapallo, scompare misteriosamente una seconda volta e ancora è rinvenuta tra i giunchi del Montallegro.
Nell'agosto del 1558, affermata dall'Autorità Ecclesiastica l'autenticità dei prodigi avvenuti, si dà inizio alla costruzione del magnifico Santuario che viene consacrato solennemente da Mons. Falceta, Vicario dell'Arcivescovo di Genova, il 2 luglio 1559. Il vasto tempio è ricco di opere d'arte e di preziosi attestati di grazie ricevute: conserva, fra l'altro, opere del Barabino, Carlone, Cambiaso. Il 5 agosto del 1942 è stato insignito da Pio XII del titolo di Basilica Minore.
Un triste fatto, nel dicembre del 1574, turbò lo animo dei buoni Rapallesi. Una nave, proveniente da Ragusa, approdava a Rapallo. I marinai col capitano Nicolò De Allegretis salgono il monte per ringraziare la Madonna di averli scampati da un naufragio. Con grande stupore si accorgono che il quadretto conservato nel Santuario è quello che essi veneravano in Grecia e che quelle popolazioni da 17 anni deploravano lo scomparso. Malgrado le proteste dei Rapallesi, essi salpano con a bordo il venerato Quadro, decisi di riportarlo in patria. Ma, con un nuovo prodigio, questo ritorna al suo Santuario.
Innumerevoli le grazie concesse dalla Madre Celeste, e continuo l'afflusso dei fedeli che diventa imponente nella festa principale del 2 luglio e nell'ottava seguente. Non mancano tra i visitatori nomi illustri: fra gli altri, S. Francesco di Sales, Padre Segneri e S. Leonardo da Porto Maurizio.

Fonte: "I mille santuari mariani d'Italia illustrati", 1960, pagine 223-225

venerdì, aprile 28, 2006

Santuario di Montallegro, Rapallo

Il Chichizzola addita il quadretto lasciato dalla Madonna



L'Arciprete trasporta a Rapallo per la seconda volta il quadretto della Madonna



L'Arciprete consegna il quadretto al Capitano Nicolò De Allegretis di Siracusa di Grecia



Gli angeli trasportano per la terza volta il quadretto a Montallegro

L'Interno del Santuario di Montallegro, Rapallo


Il tempio è a una navata; misura 25 m. di lunghezza e 11 m. di larghezza. Comprende cinque altari di marmo.
Il primo, a destra entrando, è dedicato alla visitazione di Maria. Il secondo è dedicato al Crocifisso. Di fronte la cappella dell'Annunziata, con una tela di Luca Cambiaso. La cappella in fondo, a sinistra, è dedicata alla Vergine Addolorata.
Il pittore rapallese Francesco Boero, nel 1864, fu incaricato di affrescare la volta del tempio con quattro medaglioni che illustrano i principali avvenimenti della storia di Montallegro.
L'altare maggiore fu costruito nel 1882, per munificenza di G. B. Maggiolo di Zoagli, su disegno dell'Arch. Luigi Rovelli.
Il Quadretto prodigioso della Madonna à ornato di grazioso padiglione d'argento, donato nel 1743 dal nobile Tommaso Noce.
Il catino dell'abside è del celebre pittore genovese Nicolò Barabino, interprete meraviglioso dell'Apparizione di Maria a Giovanni Chichizola.
Benefattori della balaustrata con bassi rilievi allusivi e del pavimento marmoreo i Signori Antonio Figari e G. B. Vaccaro, rapallesi.
Al già ricordato G. B. Maggiolo si deve pure l'artistico pulpito marmoreo.
L'Organo per il VII Cinquantenario dell'Apparizione, 1907, fu costrutto dalla celebre Ditta Cav. Pacifico Inzoli di Crema, con larga generosità di Enrico Solari di Genova.

Moltissime tabelle votive si vedono esposte alle pareti nell'interno del Santuario. Alcune meritano di essere notate per il loro valore storico. La prima e, quindi la più antica, è quella dei Ragusini che risale a 17 anni dopo l'apparzione: 1574.
Quattro targhe d'argento furono offerte dalla Comunità di Rapallo. Una lapide marmorea ricorda la proclamazione di Maria a Patrona di Rapallo, 11 novembre 1737. Un'altra la visita della Regina Margherita di Savoia, 30 gennaio 1905.
Nella sacrestia del Santuario il ritratto su tela della Ven. Serva di Dio Brigida di Gesù, rapallese di nascita, fondatrice dell'Istituto delle Dame Orsoline di Piacenza.

Il Santuario Basilica di Montallegro, Rapallo, Diocesi di Chiavari, Provincia di Genova

L'origine del Santuario è dovuta ad una Apparizione di Maria SS. che, sul mezzo giorno del venerdì 2 luglio 1557, si fece vedere al contadino Giovanni Chichizola, della vicina parrocchia di Canevale, rivolgendogli queste parole: "Io sono Maria, la Madre di Dio. Annunzia ai Rapallesi la mia apparizione, e dì loro che qui voglio essere onorata. Questo piccolo quadro, portato per mistero angelico dalla Grecia, lo lascio loro come pegno di predilezione".
Il quadretto lasciato dalla Madonna consiste in una tavoletta di legno dipinta dello stile bizantino delle dimensioni di cm. 18 x 13. Vi è rappresentato il transito di Maria SS., il cui corpo verginale è disteso sopra un lettuccio ricoperto di tappeto rosso, mentre il corpo è revestito di un manto oscuro.
In alto sono dipinte tre figure d'uomo perfettamente uguali; esse vogliono raffigurare la SS. Trinità, ed hanno a sinistra una figurina, che rappresenta l'anima della Vergine.
Attorno si vedono le figure degli Apostoli con altri Santi, uno dei quali agita il turibolo davanti al lettuccio; a destra la figura di S. Pietro con un libro aperto fra le mani.



Il Santuario venne costruito in meno di un anno; dall'agosto 1558 al giugno 1559. Ne diresse la costruzione l'Arch. Lagomaggiore dei famosi Comacini, venuti nel sec. XV a stabilirsi a Rapallo dalle vicinanze del Lago Maggiore. Nel 1640, il tempio ebbe un primo ampliamento per opera di Mastro Tomasino, discendente dei comacini.
La facciata marmorea è assai più recente, inaugurata il 21 giugno 1896, dal primo Vescovo di Chiavari, Mons. Fortunato Vinelli. È opera dell'Arch. Luigi Rovelli che seppe accoppiare la grandiosità delle linee con la grazia dello stile, gotico lombardo.
Il portone di bronzo, ispirato allo stile della facciata, fa degno ornamento all'ingresso del Santuario.
Autore del ricco portone è lo scultore Primi Comm. Italo di Rapallo; esecutrice della fusione in bronzo la premiata Ditta M.A.F. di Milano.
L'opera venne inaugurata in occasione del IVe centenario dell'Apparzinone di Maria SS. a Montallegro, 2 luglio 1957.

martedì, aprile 18, 2006

Il Santo Leopoldo Mandic

beatificato da papa Paolo VI il 2 maggio 1976
proclamato santo da papa Giovanni-Paolo II il 16 ottobre 1983


"... come pochi altri uomini del nostro tempo, ha
saputo, soprattutto attraverso il confessionale, ricondurre a Dio le anime tristi ed abbattute dalla sofferenza".
(Card. Luigi Stepinac, Arcivescovo di Zagabria)


Il Santo Leopoldo Mandic nacque a Castelnovo di Cattaro in Dalmazia il 12 maggio 1866 da una famiglia di origine croata. I genitori profondamente religiosi lo educarono ai più elevati sentimenti verso Dio e gli uomini. A sedici anni, sentendosi chiamato alla preparazione del ritorno degli Orientali all'Unità della Chiesa Cattolica, abbandonò la casa paterna ed entrò fra i Cappuccini Veneti prendendo il nome di Leopoldo. Il 20 settembre 1890 a Venezia venne consacrato sacerdote.
Sempre più convinto che il Signore lo chiamava alla grande opera, chiese ai superiordi di poter partire per l'Oriente, ma ne ebbe un preciso rifiuto. Le sue precarie condizioni di salute non lo permettevano. Egli chinò il capo ai voleri dei superiori e passò per diversi conventi attendendo al ministero delle confessioni, finché nel 1909 venne destinato al convento di Padova per attendere stabilmente al confessionale. Vi rimase sino alla morte.
Una piccola stanzetta, adiacente la chiesa dei Cappuccini, divenne il campo del suo meraviglioso apostolato. Niente predicazione, niente pubblicazione di opere polemiche o didattiche, niente fondazione di opere assistenziali, ma solo la confessione. Questo divino ministero, tanto nascosto e tanto poco apprezzato anche da molti di coloro che hanno il potere di amministrarlo, divenne nelle mani di P. Leopoldo un'arma potente per la salvezza delle anime e il loro progredire nelle vie di Dio. Vi attendeva tutta la giornata, senza mai un'ora di riposo, senza mai una vacanza nonostante il torrido calore d'estate e il freddo intenso d'inverno, giacché nella sua stanzetta non ebbe mai il benché minimo riscaldamento, se si eccettua l'ultimo anno di vita. In breve, la disadorna celletta divenne un faro luminoso che attirava innumerevoli anime bisognose di pace e di conforto; e per tutto padre Leopoldo aveva parole di perdono, di consolazione, di sprone al bene. Solo il Signore sa quanti penitenti si siano prostrati ai suoi piedi in quaran'anni, quanto bene egli abbia compiuto. E tutto nel silenzio più assoluto, nel nascondimento più profondo. Nessun chiasso attorno a lui. Egli pregava il Signore di poter fare tanto del bene, ma in modo che nessuno lo sapesse. E fu esaudito, perché né la grande stampa, né altri mezzi di propaganda si occuparono mai di lui. Dio solo doveva essere glorificato nella sua umile persona.
Sempre sofferente, sopportò ogni cosa per la salvezza delle anime che si avvicinavano a lui, anzi vi aggiungeva la tremenda e nascosta penitenza della privazione del sonno, giacché non si permise mai di riposare più di quattro ore su ventiquattro. Arrivò, non si sa come, sino a settanta sei anni di età. Un tumore all'esofago lo stroncò la mattina del 30 luglio 1942, mentre si stava preparando a celebrare la messa. Quella mattina divenne egli stesso la vittima sull'altare di Dio. Le sue ultime parole furono una invocazione alla Madonna.
La fama delle sue virtù si diffuse in un modo meraviglioso, non solo in Italia, ma in tante altre nazioni, fama accresciuta dalle innumerevoli voci di grazie ottenute alla sua invocazione.
Nel gennaio del 1946 si iniziò il Processo Diocesano per la sua Beatificazione, e nel settembre del 1963 si aprì il Processo Apostolico, terminato il 12 maggio 1966. Il 2 maggio 1976 à solennemente Beatifcato a Roma e Giovanni Paolo II lo proclamò santo il 16.10.1983.

Per aiutare il mondo a sperare
il Santo Leopoldo indicò tre indispensabili amori:

1. - ALLE FEDE
"In questo buio della vita la fiaccola della fede e della devozione alle Madonna ci porta ad essere fortissimi nella speranza".
2. - ALLE MADONNA
"Io voglio sperare in Lei. È Madre, e tanto basta". "È causa della nostra letizia".
3. - AL PAPA
"Ha parlato Pietro, e tanto basta". "Parla il superiore, ha parlato Dio".

COSÌ PARLÒ DURANTE LA SUA VITA

Al Sacerdote:
"Un scerdote deve morire di fatiche apostoliche; non c'è altra morte degna di un sacerdote".
Al Religioso:
"O religiso tutto, o niente".
Agli Sposi:
"L'uomo non è nato per vivere solo, ha diritto alla famiglia, a sposarsi - salvo particolari chiamate di Dio - ad avere figli da allevare ed educare. La famiglia è sorgente di vita, prima scuala ove si impara a pensare, primo tempio ove s'impara a pregare. Dobbiamo perciò... combattere tutto ciò che la distrugge o la scinde, incoraggiare tutto ciò che ne favorisce l'unità, la stabilità e la fecondità".
Ai Laici Cattolici:
"L'attuale società, in gran parte ha apostatato da Dio, per ciò fa di bisogno ricondurla alla verità e alle giustizia, e quella parte di cittadini che si mantengono fedeli alla Chiesa, devono farsi avanti... Questi cattolici combattono per la causa di Dio. Questi cattolici combattenti pertanto possono considerarsi, e sono veramente, uno strumento della Chiesa.
Quindi al cattolico militante fanno bisogno due cose: prima di tutto essere bene fondato nel vangelo, la cui causa propugna; in secondo luogo lo stare stretto alla Chiesa, di cui è ambasciatore e fa le veci".
Ai Cristiani:
"Noi simo gente che cammina e vive controcorrente; dobbiamo sentire per forza la violenza di questa natura corrotta che abbiamo. Niente disanimarci, ma avanti sempre con la sicurezza che Iddio conta tutti gli sforzi e premia tutte le difficoltà".
A Tutti:
"Abbiamo fiducia nella misericordia del padrone, che è tanto buono".

giovedì, aprile 13, 2006

Suor M. Dolores Inglese delle Serve di Maria Riparatrici

Maria Inglese vide la luce il 16 dicembre 1866 a Rovigo.
Spuntò e crebbe come fiore fra le spine, tanto che Ella stessa scriverà nelle sue memorie: "Ebbi per compagna la croce fin dalla culla".
Ancora in tenera età diede segni mirabili di un singolare amore alla Madonna.
E questa dolce madre, con una didattica che non è umana, intraprende subito a condurla di Sua mano nel cammino della vita spirituale, preparandola alla missione a cui era destinata; e, per renderla più disponibile alla sua azione materna, la distacca da tutto e da tutti.
A sedici anni Maria, sola con la mamma, deve impegnarsi, sebbene malferma in salute, al lavoro di sarta, per provvedere alle necessità della famiglia.
La SS. Vergine in un sogno, a diciassette anni, le mostra "il mondo in rovina"; e tacitamente la invita alla preghiera e alla penitenza.
Quella visione apocalittica non si cancellerà mai più dalla mente di questa grande devota della Madonna.
È il primo bagliore della Riparazione!
Più tardi la sua celeste Regina le chiederà ripetutamente: "Fai qualche cosa per me!"
Impressionata da tale ordine: "Fai qualche cosa", ribadito dal materno richiamo "Ti raccomando", la giovane supplica: "SS.ma Vergine, nella mia pochezza, che potrei fare per compiacervi?" E la risposta venne.
Nel 1899, rapita nella contemplazione del Calvario, pensa alle riparazioni che vengono offerte a Gesù da cuori amanti... e perché niente a Maria, ché Ella pure ha cooperato alla nostra Redenzione, e tanto viene oltraggiata?
Questo sprazzo di luce improvvisa conquistò anima e cuore dell'innamorata della Madonna, che traccerà a se stessa e per quanti vorranno abbracciarlo, l'urgente programma della Riparazione a Maria.
Organizzerà subito la Comunione Riparatrice, indulgenziata nel 1904 del Papa S. Pio X.
Aggiungerà a questa pratica l'Ora di Riparazione, col S. Rosario od altre preghiere riparatirci.
Principale impegno della Serva di Dio fu di dare alla vita di Riparazione e alle sue pratiche l'interorità e l'ardore di un genuino spirito mariano, di cui Ella era stata favorita dal cielo.
L'Opera sì bene organizzata, approvata dalla chiesa, largamente diffusa, aveva bisogno di un centro, di un Istituto che ne assicurasse la continuità.
Maria Inglese aveva ideato e ardentemente desiderato Suore che si fossero dedicate ad una continua Riparazione alle Madonna. E la Provvidenza volle affidare questo compito all'Istituto delle Serve di Maria di Madre Elisa Andreoli, che stava per sorgere ad Adria, e al cui titolo venne aggiunto quello di "Reparatrici".
Il 29 divembre 1911, anche Maria Inglese entrò a far parte della giovane Congregazione, prendendo il nome di Suor M. Dolores.
La Sig.na Maria Inglese che, entrando in Religione, aveva lasciato dietro di sé una scia luminosa d'insegnamenti, di virtù, di zelo apostolico, di devozione mariana, in Convento continuò ad essere edificante modello di dedizione riparatrice.
Volò al cielo il 29 dicembre 1928 in fama di santità.
Il 2 febbraio 1965, si chiuse a Rovigo il Processo Canonico di Beatificazione.
Non poche persone affermano di aver esperimentato la sua potente intercessione presso Dio.

PREGHIERA

O Vergine Addolorata, alle cui offese la vostra Serva Suor M. Dolores volle riparare con la sua vita di continue sofferenze e con una Opera mirabilmente diffusa tra i fedeli per la salvezza delle anime, ottenete con la vostra potente intercessione la glorificazione della stessa vostra Serva e a me la grazia desiderata.
Ave Maria ecc.

(Con approvazione ecclesiastica)

Serve di Maria Riparatrici

martedì, aprile 04, 2006

Supplica alla Nostra Madre Maria Mediatrice

Madre mia, Tu che stai continuamente con le braccia aperte implorando dal Tuo Divin Figlio la sua misericordia e compassione per ogni bisognoso, chiedigli che mi dia il suo santo amore, il santo timore e la sua santa grazia, e che giammai commetta il peccato mortale. Chiedigli che mi tolga la vita prima che arrivi ad offenderlo.
Ottienimi, Madre mia, la grazia di avere verso il buon Gesù l'amore e la fiducia che hanno avuto le anime sante, e che aumenti in me la Fede, la Speranza e la Carità, e Tu, Madre mia, insegnami a far sempre la sua divina volontà.
Benedici, Vergine santa, la mia famiglia e liberala da ogni male.
Aiuta i poveri agonizzanti e chiedi al Tuo divin Figlio che li perdoni e li liberi dal tormento dell'inferno.
Intercedi, Madre mia, presso il Tuo divin Figlio, perchè si plachi la sua ira, la sua giustizia ed il suo rigore, e perchè liberi il mondo intero dal grande castigo che tutti abbiamo meritato.
Prega, Madre mia, per la nostra amata patria e liberala dai mali che la minacciano. Sconvolgi i piani dei suoi nemici, che sono i nemici di Gesù.
Ti chiedo infine, Madre mia, di spandere sulle nostre anime i raggi luminosi della misericordia del buon Gesù e di essere vicina a me in tutti i pericoli della mia vita. Amen.
(Tre Ave Maria, Gloria Patri)
Con approvazione ecclesiastica
Collevalenza - Santuario dell'Amore Misericordioso

Domina Nostra Sanctissimi Sacramenti, ora pro nobis

PREGHIERA

O Vergine Maria, nostra Signora del SS. Sacramento, gloria del popolo cristiano, letizia dell'universa Chiesa, salute del mondo, pregate per noi e ridestate nei fedeli tutti la devozione verso la santissima Eucaristia, affinchè si rendano degni di riceverla quotidianamente.

Indulgenza cinquecento giorni (Enchiridion Indulgentiarum, n. 418)

Nostra Signora del SS. Sacramento pregate per noi.

Indulgenza trecento giorni (Enchiridion Indulgentiarum, n. 296)

Con approvazioen ecclesiastica

Immagine: Chiesa S. Claudio, Roma (Stab. L. Salomone, Roma)