venerdì, maggio 26, 2006

La Veggente dell'Apparizione di Maria Santissima di Caravaggio

È una giovane donna - Giovannetta, figlia di Pietro de' Vacchi - d'età oltre i trent'anni, sposa a Francesco Varoli, contadino, o più probabilmente soldato. È figliola che risplende nella popolazione per la sua ardente pietà e per la vita intemerata; ed ha, nel marito, da cui è crudelmente maltrattata, il bestiale tribulatore dei suoi giorni. Ed ella trova nella preghiera l'unico conforto alle inenarrabili sofferenze ed amarezze.
Qualcuno potrebbe giustamente chiedere: "Se era così buona, perchè sposò un uomo simile?"
La tradizione tenta rispondere. Forse fu persuasa e quasi forzata al matrimonio dai parenti, come si usava; ed ella accettò, nella speranza di divenire strumento di conversione per lo sposo. O, più facilmente, ella conobbe e sposò il Varoli buono, il quale si perdette più tardi nel vino e nei vizi, forse deluso e inasprito per non avere figli dal suo matrimonio, forse trascinato da tristi compagni d'armi e di avventure.
Dopo i fatti che accompagnano l'Apparizione e ne realizzano il messaggio di pace, di Giovannetta non si sa più nulla. Umile strumento di divina misericordia, a missione compiuta Ella scompare. E la tradizione la vuole passata prestissimo alla visione celeste della Vergine, la cui apparizione qui gliene aveva acceso così vivo il desiderio.
Facile l'ammettere, col popolo di Caravaggio, la sua sepoltura nel sottosuolo della chiesa Parrocchiale, dato che allora i Cimiteri erano nelle chiese e loro immediate adiacenze.
Per molti anni poi i pellegrini usarono visitare in paese quella che fu la casa di Giovannetta, la cui stanza fu a lungo conservata come Cappellina. Ora tutto è trasformato e non vi sono più ricordi.

martedì, maggio 23, 2006

Santa Clelia Barbieri, Fondatrice delle Minime dell'Addolorata

Preghiera composta dal cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna

Signore Iddio, Padre nostro clementissimo, nella tua bontà guardasti con singolare predilezione alla Santa Clelia e con l'abbondanza delle tue grazie e dei carismi dello Spirito Santo la preparasti ad essere, semplice e giovanissima vergine, la madre spirituale di una ampia famiglia di Figlie, che in umiltà e sacrificio servissero a Gesù nelle persone dei fratelli più umili e sofferenti.
Noi ti benediciamo, Padre Santo, per questa effusione della tua generosità; per l'intercessione di Madre Clelia ti chiediamo ... e quello spirito di carità e di servizio, che il Signore Gesù lasciò a noi come oggetto del suo nuovo comandamento e segno indubbio della nostra genuina adesione al Vangelo.
Esaudisci, o Padre, l'umile nostra preghiera, che ti porgiamo per mezzo di Cristo, Figlio Tuo e Signore nostro, nello Spirito Santo. Amen.

Nihil Obstat Romae, 29 XII 1967, Amatus Petrus Frutaz, Subscretarius S.R.C. pro Causis Sanctorum

CENNI BIOGRAFICI

La Santa Clelia Barbieri nasce il 13 febbraio 1847 alle Budrie di S. Giovanni in Persiceto, nella pianura bolognese. Semplicità evangelica e straordinario candore sono le sue caratteristiche. Attira silenziosamente le anime. Nel 1868, a soli 21 anni, priva di mezzi, ma ricca di fede con tre compagne: Orsola Donati, Teodora Baraldi, Violante Garagnani, dà inizio a una famiglia religiosa. Più che Superiora diventa l'anima della piccola comunità destinata a crescere col favore divino.
Il 13 luglio 1870, a 23 anni, chiude la sua giovane vita.

La famiglia religiosa, sorta intorno a Lei, si svilupperà con la sua assistenza dal Cielo e le sue compane non resteranno sole nel campo aperto dal suo zelo: attività parrocchiali, educazione della gioventù, assistenza agli infermi. Il 22 febbraio 1955 Clelia Barbieri à dichiarata Venerabile dal S. Padre Pio XII. Il 27 ottobre 1968, solenne rito in S. Pietro a Roma per la Beatificazione della Fodatrice. Il 9 aprile 1989 Clelia fu canonizzata da Giovanni Paolo II.

Presentando Clelia Barbieri, figlia di povera gente, generosa nel dono di se stessa ai poveri, ai malati, ai giovani, la Chiesa indica nel lavoro, nel servizio della parrocchia, nella risposta alla vocazione cristiana un ideale di vita aperto a tutto.

La Santa Clelia Barbieri esaudisca tutti coloro che la invocheranno e conceda a tutti di seguirla nella via della perfezione evangelica.

La famiglia relgiosa di Clelia Barbieri, il 7 agosto 1878, dal cardinal Lucio Maria Parocchi, arcivescovo di Bologna, prende il nome di MINIME DELL'ADDOLORATA.
Impegno delle Minime è la semplicità evangelica, il servizio nella Diocesi, l'umile presenza i mezzo al popolo.

Santuario di Santa Clelia Barbieri

domenica, maggio 21, 2006

La Beata Vergine delle Grazie in Brescia


Nel 1453 il popolo bresciano, alle esortazioni di un pio eremita, certo Giorgio Candiano di Padova, eresse un sontuoso tempio in onore della B. Vergine delle Grazie, alla Conchiglia, fuori di Porta Pile, affidanone la cura ai Frati di S. Gerolami di Fiesole. Ma nel 1516 la Repubblica Veneta, per nuove esigenze di fortificazioni, decretò che si atterrassero tutte le case fuori le mura della città ed anche il convento dei Padri Gerolimini e la loro chiesa delle Grazie furono distrutti. Soltanto il grazioso ed artistico portale è rimasto, ancor oggi oggetto di ammirazione.
I Frati intanto occuparono la casa e la chiesetta degli Umiliati, allora appena soppressi. La chiesetta era detta di S. Maria di Palazzolo o delle Cantinelle. Ma i Frati vollero erigere anche qui un sontuoso tempio ancora dal titolo di S. Maria delle Grazie. Architetto della chiesa, detta Maggiore, fu lo stesso Priore del convento, fra Lodovico Barcella da Chiari. Nell'anno 1618 fu internamente ornata di ori e di stucchi in stile barocco, così da farla assomigliare ad una reggia. Tele e medaglioni del pittore bresciano A. Bonvincino, e dei discepoli Giugno, Cossali Gandino, Bagnadore, ecc. ornano le pareti e gli altari, formando una vera sintesi di storia mariana.

L'antica chiesetta degi Umiliati, detta il Santuario, divenne celebre per una manifestazione prodigiosa della B. Vergine. Correva l'anno 1526, quando nella seconda festa di Pentecoste (22 maggio) molte devote persone che pregavano davanti alla venerata Immagine della B. V. delle Grazie, videro la Madonna aprire e chiudere le mani; con soavità aprire gli occhi e chiuderli; il Bambino Gesù pure con molti gesti dar segni di affettuosa corrispondenza alla madre sua. Anche l'Immagine di S. Giuseppe divenne luminosa, mentre gli Angeli con umile gesto si inchinarono in profonda adorazione. Alla vista di tale prodigio i presenti invocarono. Misericordia! Miracolo!

Il popolo bresciano, accorso numeroso alla notizia del prodigio, genuflesso dinanzi alla miracolosa Effigie, cantò a lode della Vergine la "Salve Regina". Il Vescovo di Brescia, Paolo Zane, osservò coi propri occhi, e con pubblico istrumento confermò quanto era avvenuto. Lo storico Nassino, parlando delle numerose guarigioni suseguitesi, nota che non solo ai corpi giovò la prodigiosa manifestazione di Maria SS., ma anche e più a vantaggio dello spirito, preservando il popolo bresciano dall'eresia luterana, e loda lo zelo del Municipio di Brescia che si adoperò ad estinguerla.
Nel 1876 l'antico Santuario subì un radicale restauro, che si potrebbe dire un ottimo rifacimento, per opera dell'architetto Antonio Tagliaferri di Brescia, con begli affreschi del bresciano Modesto Faustini, di Cesare Bertolotti e d'altri. Curato poi nei minimi particolari (altare, candelabri, lampadari, ecc.) ne è riuscito un piccolo capolavoro che fa onore alle pietà e al gusto artistico di Brescia. Il Fogazzaro, visitandolo un giorno, lo ha definito: "Il più bel santuario moderno d'Italia".
La cosidetta "Sagra" del Santuario delle Grazie è la festa della Natività di Maria. Rimonta alle origini del Santuario e ricorda il giorno memorando in cui, nel sec. XIII, il Vescovo di Brescia Berardo Maggi pose la prima pietra della chiesetta di S. Maria di Palazzolo, officiata dai Frati Umiliati. L'Immagine prodigiosa di Maria SS. ebbe la sua corona d'oro per decreto del Capitolo Vaticano, e fu solennemente incoronata l'8 settembre 1886 dal Vescovo di Brescia, Giacomo M. Corna Pellegrini, alla presenza di Cardinali e Vescovi, tra cui il Vescovo di Mantova Giuseppe Sarto, che fu poi Pio X., oggi Santo; il Vescovo di Piacenza, Servo di Dio Mons. Scalambrini e il Vescovo di Cremana, Mons. Geremia Bonomelli, già graziato da piccolo dalla Madonna delle Grazie. Il Santo torinese Giovanni Bosco, impossibilitato ad intervenire, mandò da Torino a sue spese un gruppo di 30 cantori, guidati dal Maestro Giuseppe Dogliani. Anche la Santa bresciana, fondatrice delle Ancelle, S. Maria Corcifissa di Rosa, pregò tante volte davanti alle S. Immagine. A questo altare celebrava quasi tutti i sabati il Ven. Can. Ludovico Pavoni, e nel 1920 celebrava la sua Prima Messa S. Em. Card. Montini, arcivescovo di Milano (che fu poi Paolo VI), bresciano di origine e tanto legato con la Famiglia Montini al devoto Santuario.

Fonte: "I mille santuari mariani d'Italia illustrati", 1960, pagine 88-89

venerdì, maggio 19, 2006

Le Apparizioni della Madonna a Domenica Targa, Montagnaga, Trento

Un certo Giacomo Moser, pio contadino di Montagnaga, si era recato più volte al Santuario della Madonna di Caravaggio e in uno dei suoi viaggi aveva portata una bella Immagine della Madonna che, incorniciata, esponeva su un altare della Chiesa di S. Anna, Chiesa Parrocchiale di Montagnaga, il 26 maggio di ogni anno.
Il racconto dei suoi viaggi e delle grazie e delle feste di Caravaggio suscitava in molti il desiderio di compiere il pio pellegrinaggio.
Tra gli altri c'era anche una giovane di nome Domenica Targa, nata in una frazione di Montagnaga detta Guardia, che desiderava ardentemente di recarsi a Caravaggio.
Il difficile era ottenere il consenso dei genitori. Per il resto, quattro o cinque giorni di cammino per andarvi, altrettanti per ritornare, scarsità di mezzi e di cibo, non si spanventava.
Avrebbe sopportato tutto ben volentieri per amore di Maria!
Ma come ottenere il consenso del padre soprattutto, che la voleva così legata al suo ufficio di pastora, da non lasciarle libero nemmeno il pomeriggio dei giorni festivi? Ecosì la giovane viveva giorni di ansia e di attesa. Ed ecco l'intervento benignissimo di Maria.



La prima e la seconda apparizione

Era verso il mezzogiorno del sabato 14 maggio 1729, e Domenica stava con i suoi armenti nella bellissima conca del "Palustel" (oggi detta "Comparsa" dove vi è il gruppo di bronzo, dietro il Monumento al Redentore).
Ad un tratto tutte le bestie, come colte da terrore, si mettono a fuggire disordinatamente. Domenica, che stava recitando la corona, esce in un'esclamazione: "Gesù, Maria, aiutatemi!". Appena detta l'invocazione, vide davanti a sé una bellissima Signora, in vesti candide come la neve. "Figlia mia che fai?" le chiese. "Recito la corona", rispose Domenica.
La Signora la lodò e, dopo averle fatto dire che desiderava andare a Caravaggio, le disse: "Ubbidisci a me. Non andare a Caravaggio. Invece la sera della festa dell'Ascensione (quell'anno era il 26 maggio) recati nella Chiesa di S. Anna. Colà sarà esposto il quadro della Beata Vergine di Caravaggio Tu inginocchiati sul primo gradino dell'altare avanti a quel quadro, e vedrai una cosa bellissima".
"Chissà se il miei genitori mi permetteranno di andare a Montagnaga a quell'ora", osservò la fanciulla. "Non temere; te lo permetteranno di sicuro", disse la bella Signora, e scomparve.
Venne il 26 maggio 1729, festa dell'Ascensione. Senza troppe difficoltà Domenica ottenne di poter intervenire alla funzione nella Chiesa di Montagnaga. Si cantavano, quel giorno, anche le litanie dei Santi, per ottenere la pioggia. All'invocazione "Omnes Sancti Martires" Domenica Targa si piegò sul fianco destro e rimase in quella posizione, come estranea a quanto succedeva intorno, finché la funzione fu finita. E quando i Sacerdoti uscendo di Sacrestia, la richiamarono alla realtà, si lamentò di essere stata tolta ad una dolce visione: vedeva la Vergine SS. col Bambino, in braccio nella destra il S. Rosario nell'atto di imporle di manifestare la sua apparizione a tutto il popolo presente.
Naturalmente ci furono gli scettici. Specialmente tra il Clero. Ma la pia giovane, prima di tornare a casa, fu costretta da una forza interiore a proclamare, per tre volte, la bellezza della Vergine Maria.
Intanto, pur tra vari commenti e contrasti, si cominciò ad aver una particolare devozione per la Vergine SS. di Caravaggio anche su quell'altare della Chiesa di S. Anna, dove la Madonna stessa nel giorno anniversario dell'Apparizione a Caravaggio, era comparsa.
Lo zelante Giacomo Moser fece dipingere un nuovo e più grande quadro della Apparizione della Madonna a Giovanetta Varoli (la contadina di Caravaggio alla quale è apparsa la Madonna appunto a Caravaggio, dove desiderava recarsi Domenica Targa) e la pittrice trentina Elena Zambaiti dipinse quel quadro che tutt'ora veneriamo a Montagnaga di Piné, mentre un canonico, Mgr. Girolamo conte Bucceleni, fece ricostruire l'altare nella forma in cui lo vediamo oggi.
Il tutto fu fatto con tanto zelo e rapidità che già l'8 settembre dello stesso 1729 si poteva procedere alla solenne benedizione del nuovo quadro e del nuovo altare.


La terza e la quarta apparizione

Doveva intervenire il Pievano di Baselga per la solenne cerimonia. Ma la Vergine SS. prevenne tutte le cerimonie umane. Già la gente di Montagnaga era in Chiesa e si sentivano le invocazioni della processione che veniva da Baselga, quando la Vergine SS. si rivelò alla Veggente col Bambino sulle braccia, ma questa volta ferito e sanguinante, seguita da S. Gioacchino e S. Anna.
La SS. Vergine stessa benedì il quadro, e poi - dopo aver imposto a Domenca di gridare per tre volte "viene la Beatissima Vergine" - assicurò che quello sarebbe stato il trono su cui avrebbe accolto le preghiere dei suoi devoti. E mostrando le ferite del Suo Divin Bambino, spiegò che quelle erano le ferite dei peccati ed esortò a pregare molto per la conversione dei cattivi cristiani.
Naturalmente anche questa volta incontrò lo scetticismo specialmente del Pievano di Baselga. Ma la SS. Vergine, quasi a consolare Domenica, le apparve per la quarta volta due giorni dopo nella località detta "Pralongo" e la esortò ad esporre tutto al suo confessore, certo Don Michele Bernardi, che l'avrebbe aiutata.
Difatti fu così. L'autorità Diocesana poi, promosse un vero processo Canonico che durò più anni, e la cui conclusione fu l'autorizzazione a celebrare solennemente la festa dell'Apparizione di Maria in Montagnaga nel giorno 26 maggio.


La quinta apparizione

Intanto, a confortare la giovane Domenica Targa, la Vergine SS. s'era degnata di comparirle un'ultima volta, nella chiesa di S. Anna in Montagnaga, il giorno 26 maggio 1730.
Era circondata da uno stuolo di bellissime Vergini, in una luce fulgidissima. Benedisse la moltitudine dei presenti, operò alcune guarigioni, manifestò a Domenica la sua soddisfazione, e, benedicendola, s'allontanò per sempre. La prossima visione, la pia Domenica, l'avrebbe avuta in Cielo.

venerdì, maggio 12, 2006

Alessandrina Maria da Costa, Balazar, Portogallo

Dagli autografi di Alessandrina

  • Sulla terra non trovo un rifugio sicuro. Nel tuo Cuore, o Mamma Celeste, e in quello di Gesù, soltanto in essi ho la mia abitazione.
  • Mamma Celeste, quanto è affascinante e tenero il tuo sguardo! Il mondo non dà né pace né gioia; le troveremo solo in Dio.
  • Mamma, io mi consacro tutta e sempre a te. Consacrami tutta e sempre a Gesù.

Messaggera del Cuore Immacolato di Maria

A Fatima, in Portogallo, la Madonna aveva detto: "Per salvare i peccatori, il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato".
Diciott'anni dopo, a Balazar, in Portogallo, il Signore si rivela ad Alessandrina, vittima volontaria per i peccatori e le affida un messaggio:
"Come a Margherita Maria Alacoque io chiesi che l'umanità venisse consacrata al mio Cuore Divino, così io chiedo a te che il mondo sia consacrato al Cuore Immacolato della Madre mia".

giovedì, maggio 11, 2006

Beata Vergine della Misericordia in Rimini

Olio su tela (cm. 52 x 60) del pittore riminese Giuseppe Soleri Brancaleoni, eseguita per commissione della sorella Suor Chiara Soleri del Monastero degli Angeli in Rimini.
Nel 1810 fu messo alla pubblica venerazione nella chiesa di S. Chiara. L'11 maggio 1850, la signora Anna Bugli Contessa Baldini, con le signorine Anna Achilli e Francesca Megani, notarono nell'Immagine il prodigioso movimento degli occhi che si volgevano in alto e guardavano i fedeli come fossero di persona vivente. Fu osservato anche il cambiamento di colore nelle carnagioni del volto e le lacrime lungo le gote. Il fatto fu constatato per otto mesi consecutivi e richiamò una innumerevole folla da ogni parte d'Italia e dall'estero. Per il particolare momento politico di lotta contro la Chiesa, suscitò furiose polemiche nella stampa anticattolica. Il Vescovo diocesano, Mons. Salvatore Leziroli, sollecitato anche dal Papa Pio IX, per dare al fatto una inconfutabile certezza storica, ordinò un regolare processo. Deposero Cardinali, Vescovi e uomini delle più svariate parti del mondo, illustri per scienza e alta cultura. Furono più di un centinaio di testimoni oculari e tutti concordemente asserirono il prodigio. A conclusione del processo fu emanato il decreto: "Il movimento prodigioso delle pupille della sacra Immagine di Maria sotto il titolo di Madre della Misericorida, venerata nella chiesa di S. Chiara in Rimini, fu ed è comprovato dalla verità e concediamo che la narrazione di un tanto evento sia divulgata in ogni miglior modo possibile a maggior gloria di Dio e a fomentare sempre più nei fedeli la devozione verso la Beatissima Madre di Dio". Il S. P. Pio IX volle che la sacra Immagine fosse incoronata (15 agosto 1850 "in suo nome e con la sua autorità". Egli stesso per l'occasione donò l'artistica cornice in oro, argento e pietre preziose in cui è racchiusa la tela. Uomini illustri han pregato innanzi al suo altare. Lo stesso Pio IX volle visitare la miracolosa Immagine e S. Giovanni Bosco, di passaggio da Rimini, volle celebrare la S. Messa nel suo altare nel giorno anniversario del prodigio (1882).
Moltissima devozione si è sviluppata anche all'estero. Vi sono altari o chiese dedicate a questa immagine: in Europa: a Linz, Friburgo, Monaco, Vienna, Cordoba, Caseres, in Polonia, nel Principato di Lussemburgo; negli Stati Uniti: a Chicago, Bristol, Washington, Cincinnati, Cleveland, Miami; nel Canada, nel Cile. Ad Apizaco Talx, nel Messico, è sorto un grandioso Santuario e nel 1942 la Madonna della Misericorida di Rimini fu dichiarata Patrona del Vicariato di Apizaco. Nel Vicariato Apostolico di Xingù, sull'Amazzoni, tra gli Indù, è sorta recentemente una chiesa dedicata alla Madre della Misericordia di Rimini.
La festa ricorre il 12 maggio. Il Santuario è officiato dai Missionari del Prez.mo Sangue, stabilitivi dal loro fondatore, S. Gaspare del Bufalo, nel 1824.

domenica, maggio 07, 2006

Il Terzo Comandamento

Nel terzo Comandamento Iddio c'impone con una solennità tutta particolare di santificare la festa, mostrandoci così l'importanza eccezionale che vi annette. Lo scopo del terzo Comandamento è la pratica pubblica del primo, che c'impone di rendere a Dio il culto supremo di adorazione che gli è dovuto. Ora l'atto esterno essenziale di culto pubblico è il Sacrificio, che si rende solo a Dio, perchè è il riconoscimento della sua suprema padronanza su tutte le cose e della nostra assoluta dipendenza da lui. Tanto è grave perciò il dovere di assistere, nelle feste, alla S. Messa, Sacrificio della nuova Legge, quanto è grave e doveroso per noi osservare il terzo Comandamento.
Ecco perchè la Chiesa con un precetto formale ci impone sub gravi, cioè sotto pena di peccato mortale, di assistere alla Messa nelle feste.
Sono obbligati ad assistere alla Messa festiva tutti i fedeli, compresi i fanciulli, giunti che siano all'uso di ragione. Solo l'impotenza fisica o morale o un grave dovere di carità verso il prossimo possono essere un legittimo motivo di dispensa.
Come mezzo per santificare la festa Dio ci comanda inoltre il riposo, ci proibisce cioè di attendere ai lavori materiali, alle cosi dette opere servili.
Il comando è grave e formale; quindi grave è per noi l'obbligo di osservarlo. Solo una grave necessità o la pietà verso Dio o verso il prossimo, oppure una legittima dispensa possono rendere lecite le opere servili.

Sono feste di precetto per tutta la chiesa: Tutte le Domeniche e le Feste della Natività, Circoncisione, Epifania, Ascensione, Corpus Domini, Immacolata Concezione, Assunzione di maria V., S. Giuseppe, Ss. Petro e Paolo, Tutti i Santi.
Nei detti giorni si deve udire la Messa ed astenersi dalle opere servili.

giovedì, maggio 04, 2006

Madonna di Castelmonte presso Cividale

Il Santuario non ha origine da apparizioni della Vergine, ma sorse al cadere dell'Impero Romano tra un piccolo gruppo di case su uno sperone roccioso, ai confini orientali dell'Italia. Dai Longobardi è chiamato: "S Maria delle Grazie", o "Madonna del Bosco"; poi "Madonna del Monte" e, al sorgere del Castello, "Madonna di Castelmonte".
Già nel settimo secolo, tra i primi pellegrini, vi affluiscono le monache benedettine di Cividale. Nel 1015 è soggetto al Capitolo di Cividale ed è completamente restaurato dallo stesso Capitolo nel 1273.
Nel '300 è meta di frequenti pellegrinaggi tanto che vien concesso dal Patriarca di Aquileia mercato franco a Cividale. Ed in alcuni anni fu sì grane la folla che, non potendosi controllare e dominare con le forze armate, la Comunità deve addirittura alzare i ponti levatoi alle porte della città. Nel 1400 Tristano Savorgnan, uccisore del Patriarca di Aquileia, per penitenza del suo delitto, pellegrina al Santuario. Nel 1419 è depredato e bruciato dagli Ungari. Più tardi è preda dei Turchi che in 30 anni furono 7 volte nel Friuli. Quasi tutti i paesi friulani vi sono legati da voti per liberazione da peste o da invasioni.
Fu visitato dalla B. Benvenuta Boiani, benedettina, e da S. Benedetto Labre. Ben 12 Vescovi, intorno al 1300, concessero indulgenza di 40 giorni ai visitanti. Fu anche aggregato a S. Maria Maggiore in Roma.
All'inizio esisteva soltanto l'attuale cripta. La chiesa nella sua forma attuale, risale al 1700. L'altare maggiore è del 1683.
La statua della Vergine, composto calcareo, in grandezza naturale, sembra risalga alla metà del 1400. È finemente dipinta ed assai espressiva. Dalla voce popolare è chiamata: "Madonna viva"!
Nel 1913 il Santuario è affidato ai Cappuccini veneti che gli imprimono un grande sviluppo e lo riportano alle antiche tradizioni. Viene restaurata completamente la chiesa, allungata la cripta quanto il tempio sovrastante; fondato un Bolletino che attualmente è diffuso in tutte le provincie d'Italia e all'estero, in 34 nazioni. Nel 1922 avviene la solenne Incoronazione del Simulacro e nel 1946 è portato in trionfo in alcuni centri del Friuli. (Da questo viaggio trionfale ebbe inizio, in Italia, la "peregrinatio mariae", che poi si diffuse ovunque).
Il Santuario è ricchissimo di ex voto, in quadri e argento, del 1600-1700.
Un'assistenza particolare con funzioni, predicazioni e confessioni è praticata a tutti i gruppi di pellegrini. Il concorso annuale supera il numero di 1000 pellegrinaggi organizzati con un totale di 250.000 pellegrini e 150.000 S. Comunioni. La provenienza è un po' da tutta l'Italia, ma in prevalenza dal Veneto e dalla Romagna. Mese di maggiore afflusso è il settembre. La festa più movimentata è il giorno 8 dello stesso mese.

martedì, maggio 02, 2006

L'apparizione della SS. Vergine a Trois-Épis, Alsazia (3.5.1491)

Thierry (Dietrich) Schoere, un fabbro del paese di Tannach, recandosi al mercato di Niedermorschweier passò per un luogo che ricordava una disgrazia mortale. L'uo­mo scese da cavallo e, inginocchiandosi, iniziò a pregare. Men­tre era assorto in preghiera gli apparve la Madonna avvolta in un mantello bianco e coperta da un velo; era circondata da una luce meravigliosa, nella mano destra portava tre spighe e nella sinistra un filaccio di ghiaccio. Allora la Vergine Maria, rivolta al fabbro, così disse: «Figlio mio! Gli abitanti di questa zona hanno sfidato la rabbia di Dio. Il ghiaccio è il simbolo della grandine, della fame, malattie contagiose e altri castighi. Solo se i peccatori si convertiranno Dio li perdonerà e benedirà i loro campi. Queste tre spighe sono il segno della benedizione dall'alto. Racconta alla gente quello che hai visto e sentito!». Inizialmente il fabbro fu timoroso di raccontare quest'appari­zione alla gente, ma poi un altro miracolo gli diede l'impulso a raccontare e a convincere i suoi concittadini del serio ammoni­mento della Madonna. Numerosi credenti presero in seria con­siderazione l'ammonimento di Maria perciò organizzarono processioni espiatorie ed eressero una chiesa commemorativa a ricordo di ciò.

Lo sfondo storico dell'apparizione a Caravaggio

L'apparizione avvenne nel 1432. In quel tempo:

A - LA S. CHIESA - che aveva da un anno come Sommo Pontefice Eugenio IV, già patrizio veneto - viveva uno dei periodi più burrascosi della sua storia.
a) Chiuso legalmente, nel 1417, il rovinoso Scisma d'Occidente, determinatosi dopo il triste periodo di residenza dei Papi ad Avignone (*) in Francia (1309-1377),

(*) L'allontanamento dei papi da Roma fu determinato principalmente dal carattere tumultuoso dei Romani che erano sempre in lotta. In poco più di due secoli, dal 1085 al 1300, ben 33 volte i Pontefici furono costretti a fuggire da Roma; e, dei 13 papi di quel periodo, 3 soli morirono in Roma, gli altri 10 in esilio. L'inizio dell'esilio di Avignone si ha con Bertrando di Goth, arcivescovo di Bordeaux, il quale, eletto Pontefice (1305), assume il nome di Clemente V, ma
rimane in Francia, si fa incoronare a Lione, e, nel 1309, stabilisce la sede ad Avignone. Perdura tale sede fino al 1377, quando Gregorio XI, specialmente per l'intervento di S. Caterina da Siena, torna a Roma. Ma allora comincia la frattura (Scisma d'occidente) che finirà con Martino V nel 1417.

perdurava pervicace e irriducibile, in molta parte del popolo cirstiano, lo spirito di insubordinazione al Pontefice legittimo, la cui autorità era compromessa e minorata dalle dichiarazioni di alcuni Concili (Costanza 1414-1419 e Basilea 1431 e segg.).
b) Nel corpo della Chiesa si erano determinate gravi lacerazioni per dolorose separazioni, ostinati dissensi, e prepotenti invadenze: quali la separazione della Chiesa greca (iniziata nel sec. IV e sempre viva all'opposizione), quella degli Armeni (dissidenti in dottrina sacramentaria), dei Giacobiti (monofisiti di Siria et Etiopia), ecc.
c) S'era aperta inimicizia tra Filippo Maria Visconti e il Papa Eugenio IV, parteggiante per i suoi veneziani nella guerra tra Venezia e Milano; perciò le truppe milanesi erano scese a occupare lo Stato pontificio e Roma stessa, costringendo il Papa alla fuga.

B - CARAVAGGIO - terra di confine tra due Stati (Milano e Venzia) e tre Diocesi (Cremano, Milano e Bergamo) (La Diocesi di Crema fu costituita più tardi, nel 1579, da Gregorio XIII, su territorio cremonese, con aggiunte tolte alle Diocesi di Lodi e Piacenza); sempre irrequieta per le diverse direttive religiose e le continue lotte politiche; corrosa dalla eresia; percorsa da banditi, proscritti e compagnie di ventura; agitata dalle divisioni di fazione, spesso segnate di tradimenti e delitti - diventave proprio allora teatro e preda della seconda guerra tra Venezia e Milano, passando (1431) dalla Signoria dei Visconti a quella della Repubblica Serenissima, per tornare subito (1432) ai Visconti.