domenica, maggio 21, 2006

La Beata Vergine delle Grazie in Brescia


Nel 1453 il popolo bresciano, alle esortazioni di un pio eremita, certo Giorgio Candiano di Padova, eresse un sontuoso tempio in onore della B. Vergine delle Grazie, alla Conchiglia, fuori di Porta Pile, affidanone la cura ai Frati di S. Gerolami di Fiesole. Ma nel 1516 la Repubblica Veneta, per nuove esigenze di fortificazioni, decretò che si atterrassero tutte le case fuori le mura della città ed anche il convento dei Padri Gerolimini e la loro chiesa delle Grazie furono distrutti. Soltanto il grazioso ed artistico portale è rimasto, ancor oggi oggetto di ammirazione.
I Frati intanto occuparono la casa e la chiesetta degli Umiliati, allora appena soppressi. La chiesetta era detta di S. Maria di Palazzolo o delle Cantinelle. Ma i Frati vollero erigere anche qui un sontuoso tempio ancora dal titolo di S. Maria delle Grazie. Architetto della chiesa, detta Maggiore, fu lo stesso Priore del convento, fra Lodovico Barcella da Chiari. Nell'anno 1618 fu internamente ornata di ori e di stucchi in stile barocco, così da farla assomigliare ad una reggia. Tele e medaglioni del pittore bresciano A. Bonvincino, e dei discepoli Giugno, Cossali Gandino, Bagnadore, ecc. ornano le pareti e gli altari, formando una vera sintesi di storia mariana.

L'antica chiesetta degi Umiliati, detta il Santuario, divenne celebre per una manifestazione prodigiosa della B. Vergine. Correva l'anno 1526, quando nella seconda festa di Pentecoste (22 maggio) molte devote persone che pregavano davanti alla venerata Immagine della B. V. delle Grazie, videro la Madonna aprire e chiudere le mani; con soavità aprire gli occhi e chiuderli; il Bambino Gesù pure con molti gesti dar segni di affettuosa corrispondenza alla madre sua. Anche l'Immagine di S. Giuseppe divenne luminosa, mentre gli Angeli con umile gesto si inchinarono in profonda adorazione. Alla vista di tale prodigio i presenti invocarono. Misericordia! Miracolo!

Il popolo bresciano, accorso numeroso alla notizia del prodigio, genuflesso dinanzi alla miracolosa Effigie, cantò a lode della Vergine la "Salve Regina". Il Vescovo di Brescia, Paolo Zane, osservò coi propri occhi, e con pubblico istrumento confermò quanto era avvenuto. Lo storico Nassino, parlando delle numerose guarigioni suseguitesi, nota che non solo ai corpi giovò la prodigiosa manifestazione di Maria SS., ma anche e più a vantaggio dello spirito, preservando il popolo bresciano dall'eresia luterana, e loda lo zelo del Municipio di Brescia che si adoperò ad estinguerla.
Nel 1876 l'antico Santuario subì un radicale restauro, che si potrebbe dire un ottimo rifacimento, per opera dell'architetto Antonio Tagliaferri di Brescia, con begli affreschi del bresciano Modesto Faustini, di Cesare Bertolotti e d'altri. Curato poi nei minimi particolari (altare, candelabri, lampadari, ecc.) ne è riuscito un piccolo capolavoro che fa onore alle pietà e al gusto artistico di Brescia. Il Fogazzaro, visitandolo un giorno, lo ha definito: "Il più bel santuario moderno d'Italia".
La cosidetta "Sagra" del Santuario delle Grazie è la festa della Natività di Maria. Rimonta alle origini del Santuario e ricorda il giorno memorando in cui, nel sec. XIII, il Vescovo di Brescia Berardo Maggi pose la prima pietra della chiesetta di S. Maria di Palazzolo, officiata dai Frati Umiliati. L'Immagine prodigiosa di Maria SS. ebbe la sua corona d'oro per decreto del Capitolo Vaticano, e fu solennemente incoronata l'8 settembre 1886 dal Vescovo di Brescia, Giacomo M. Corna Pellegrini, alla presenza di Cardinali e Vescovi, tra cui il Vescovo di Mantova Giuseppe Sarto, che fu poi Pio X., oggi Santo; il Vescovo di Piacenza, Servo di Dio Mons. Scalambrini e il Vescovo di Cremana, Mons. Geremia Bonomelli, già graziato da piccolo dalla Madonna delle Grazie. Il Santo torinese Giovanni Bosco, impossibilitato ad intervenire, mandò da Torino a sue spese un gruppo di 30 cantori, guidati dal Maestro Giuseppe Dogliani. Anche la Santa bresciana, fondatrice delle Ancelle, S. Maria Corcifissa di Rosa, pregò tante volte davanti alle S. Immagine. A questo altare celebrava quasi tutti i sabati il Ven. Can. Ludovico Pavoni, e nel 1920 celebrava la sua Prima Messa S. Em. Card. Montini, arcivescovo di Milano (che fu poi Paolo VI), bresciano di origine e tanto legato con la Famiglia Montini al devoto Santuario.

Fonte: "I mille santuari mariani d'Italia illustrati", 1960, pagine 88-89

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