Il racconto dei suoi viaggi e delle grazie e delle feste di Caravaggio suscitava in molti il desiderio di compiere il pio pellegrinaggio.
Tra gli altri c'era anche una giovane di nome Domenica Targa, nata in una frazione di Montagnaga detta Guardia, che desiderava ardentemente di recarsi a Caravaggio.
Il difficile era ottenere il consenso dei genitori. Per il resto, quattro o cinque giorni di cammino per andarvi, altrettanti per ritornare, scarsità di mezzi e di cibo, non si spanventava.
Avrebbe sopportato tutto ben volentieri per amore di Maria!
Ma come ottenere il consenso del padre soprattutto, che la voleva così legata al suo ufficio di pastora, da non lasciarle libero nemmeno il pomeriggio dei giorni festivi? Ecosì la giovane viveva giorni di ansia e di attesa. Ed ecco l'intervento benignissimo di Maria.
La prima e la seconda apparizione
Era verso il mezzogiorno del sabato 14 maggio 1729, e Domenica stava con i suoi armenti nella bellissima conca del "Palustel" (oggi detta "Comparsa" dove vi è il gruppo di bronzo, dietro il Monumento al Redentore).
Ad un tratto tutte le bestie, come colte da terrore, si mettono a fuggire disordinatamente. Domenica, che stava recitando la corona, esce in un'esclamazione: "Gesù, Maria, aiutatemi!". Appena detta l'invocazione, vide davanti a sé una bellissima Signora, in vesti candide come la neve. "Figlia mia che fai?" le chiese. "Recito la corona", rispose Domenica.
La Signora la lodò e, dopo averle fatto dire che desiderava andare a Caravaggio, le disse: "Ubbidisci a me. Non andare a Caravaggio. Invece la sera della festa dell'Ascensione (quell'anno era il 26 maggio) recati nella Chiesa di S. Anna. Colà sarà esposto il quadro della Beata Vergine di Caravaggio Tu inginocchiati sul primo gradino dell'altare avanti a quel quadro, e vedrai una cosa bellissima".
"Chissà se il miei genitori mi permetteranno di andare a Montagnaga a quell'ora", osservò la fanciulla. "Non temere; te lo permetteranno di sicuro", disse la bella Signora, e scomparve.
Venne il 26 maggio 1729, festa dell'Ascensione. Senza troppe difficoltà Domenica ottenne di poter intervenire alla funzione nella Chiesa di Montagnaga. Si cantavano, quel giorno, anche le litanie dei Santi, per ottenere la pioggia. All'invocazione "Omnes Sancti Martires" Domenica Targa si piegò sul fianco destro e rimase in quella posizione, come estranea a quanto succedeva intorno, finché la funzione fu finita. E quando i Sacerdoti uscendo di Sacrestia, la richiamarono alla realtà, si lamentò di essere stata tolta ad una dolce visione: vedeva la Vergine SS. col Bambino, in braccio nella destra il S. Rosario nell'atto di imporle di manifestare la sua apparizione a tutto il popolo presente.
Naturalmente ci furono gli scettici. Specialmente tra il Clero. Ma la pia giovane, prima di tornare a casa, fu costretta da una forza interiore a proclamare, per tre volte, la bellezza della Vergine Maria.
Intanto, pur tra vari commenti e contrasti, si cominciò ad aver una particolare devozione per la Vergine SS. di Caravaggio anche su quell'altare della Chiesa di S. Anna, dove la Madonna stessa nel giorno anniversario dell'Apparizione a Caravaggio, era comparsa.
Lo zelante Giacomo Moser fece dipingere un nuovo e più grande quadro della Apparizione della Madonna a Giovanetta Varoli (la contadina di Caravaggio alla quale è apparsa la Madonna appunto a Caravaggio, dove desiderava recarsi Domenica Targa) e la pittrice trentina Elena Zambaiti dipinse quel quadro che tutt'ora veneriamo a Montagnaga di Piné, mentre un canonico, Mgr. Girolamo conte Bucceleni, fece ricostruire l'altare nella forma in cui lo vediamo oggi.
Il tutto fu fatto con tanto zelo e rapidità che già l'8 settembre dello stesso 1729 si poteva procedere alla solenne benedizione del nuovo quadro e del nuovo altare.
La terza e la quarta apparizione
Doveva intervenire il Pievano di Baselga per la solenne cerimonia. Ma la Vergine SS. prevenne tutte le cerimonie umane. Già la gente di Montagnaga era in Chiesa e si sentivano le invocazioni della processione che veniva da Baselga, quando la Vergine SS. si rivelò alla Veggente col Bambino sulle braccia, ma questa volta ferito e sanguinante, seguita da S. Gioacchino e S. Anna.
La SS. Vergine stessa benedì il quadro, e poi - dopo aver imposto a Domenca di gridare per tre volte "viene la Beatissima Vergine" - assicurò che quello sarebbe stato il trono su cui avrebbe accolto le preghiere dei suoi devoti. E mostrando le ferite del Suo Divin Bambino, spiegò che quelle erano le ferite dei peccati ed esortò a pregare molto per la conversione dei cattivi cristiani.
Naturalmente anche questa volta incontrò lo scetticismo specialmente del Pievano di Baselga. Ma la SS. Vergine, quasi a consolare Domenica, le apparve per la quarta volta due giorni dopo nella località detta "Pralongo" e la esortò ad esporre tutto al suo confessore, certo Don Michele Bernardi, che l'avrebbe aiutata.
Difatti fu così. L'autorità Diocesana poi, promosse un vero processo Canonico che durò più anni, e la cui conclusione fu l'autorizzazione a celebrare solennemente la festa dell'Apparizione di Maria in Montagnaga nel giorno 26 maggio.
Intanto, a confortare la giovane Domenica Targa, la Vergine SS. s'era degnata di comparirle un'ultima volta, nella chiesa di S. Anna in Montagnaga, il giorno 26 maggio 1730.
Era circondata da uno stuolo di bellissime Vergini, in una luce fulgidissima. Benedisse la moltitudine dei presenti, operò alcune guarigioni, manifestò a Domenica la sua soddisfazione, e, benedicendola, s'allontanò per sempre. La prossima visione, la pia Domenica, l'avrebbe avuta in Cielo.
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