sabato, febbraio 25, 2006

L'apparizione di Maria Vergine a Caravaggio

La Vergine apparve, a Caravaggio ad una donna chiamata Giovannetta, la sera del 26 maggio 1432. Giovannetta figlia di Pietro Vacchi umile lavoratore della terra, era sposa a Francesco Varoli, uomo di carattere aspro e duro di cuore, che spesso la ingiuriava, percuoteva, maltrattava.
La vita di Giovannetta era delle più tristi: tutta e sempre costretta tra le brutalità del marito, le strettezze della povertà e le fatiche più gravi per provvedere la casa del necessario.
Quella sera, potevano essere le cinque circa, Giovannetta si trovava fuori di casa a falciare erba. In un campo, chiamato "Mazzolengo", già ne aveva raccolta un buon fascio e s'accingeva a rincasare. Ma quanta pena rincasare! Le mura domestiche risonavano tanto di minacce, di percosse, così da sembrarle più di prigione che di casa: perché ritornare? L'angoscia era grande, ma grande era anche la virtù di questa umile donna, che tutto sopportava con la cristiana rassegnazione che fa i santi e strappa i miracoli.
Unico suo conforto era la fede, unico suo sfogo la preghiera, unica sua speranza Maria Santissima.
Ed a Maria s'elevarono spesso anche quella sera i suoi sospiri e le sue invocazioni, mentre falciava l'erba, prima di accingersi al ritorno. Maria, Madre di conforto, ascoltò l'umile e fiducioso abbandono della povera donna e le volle benignamente concedere più di quanto avesse osato chiedere.
Una mirabile, luminosa visione apparve a Giovannetta. Le apparve una donna vestita di azzuro, il capo coperto di candido velo, l'aspetto nobile, maestoso, amabile.
Chi era? Alla visione un'intima gioia tutta la pervase, un'onda di gaudio soprannaturale lenì le sue pene: tanto improvviso gaudio non poteva venire che dal cielo.
Era Maria, aiuto dei cristiani, conforto degli afflitti, sostengo in tutte le terrene strettezze e necessità.
Il dialogo intercorso non ci è noto, ma possiamo facilmente riconstruirlo.
I tempi erano tristi per guerre recenti, per scismi che affliggevano e dilaniavano la Chiesa, per i molti vizi e disordini morali che guastavano la società. Maria apparve a confortare ed a premiare una povera donna avvilita e umiliata, ma per richiamare, nello stesso tempo, tutti i cristiani ad una vita migliore. Rivelò quindi a Giovannetta quanto i peccati degli uomini offendessero la maestà del suo divin Figlio e ne trafiggessero il cuore. Presto Gesù ne avrebbe castigata l'iniquità e la malizia e Giovannetta poteva evitarlo, se avesse richiamato a penitenza ed invitato a quel luogo, peccatori e sofferenti.
A prova ed a conforto della verità delle sue parole, Maria promise a Giovannetta, ancora esitante, segni prodigiosi e grazie grandi; ne era pegno e mezzo quella polla d'acqua viva sgorgata ai suoi piedi ed alla quale si sarebbero dissetati i fedeli accorsi.
Giovannetta, così confortata e rassicurata, benché umile ed ignorante, diventò sicura banditrice del celeste messaggio, dapprima a Caravaggio, poi a Milano, poi in tant'altri luoghi, fino a Costantinopoli.
Accorsero i fedeli e, per la loro pietà, nel campo abbandonato e stepposo, sorse un meraviglioso tempio; vennero i peccatori e trovarono, con il dolore dei peccati, la via d'una vita nuova; vennero gli infermi e i sofferenti e trovarono salute fisica e conforto morale.
La sorgente d'acqua fresca diventava simbolo delle grazie celesti fluenti dal cuore del Salvatore a sollievo d'ogni umana necessità.
Se puoi, vieni anche tu a Caravaggio; pure per il tuo cuore e per la tua anima, la Vergine, sicuramente, ha doni e conforti preziosi. Vieni e, in un incontro con Maria, facilmente otterrai quello che manca alle tua pace, alla tua gioia più vera.

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