martedì, febbraio 28, 2006

Maria SS. del Sangue in Re

Vergine Maria, che al sacrilego insulto di chi lanciava una pietra nella Vostra Immagine, rispondeste con un prodigio di amore, spargendo dalla fronte copioso sangue; vera Madre di Gesù che dalla croce chiedeva perdono al Padre suo pei suoi carnefici; vi preghiamo prostrati ai vostri piedi di volgere benigna a noi i pietosi vostri sguardi materni. A voi son noti tutti i bisogni dei vostri figli, aprite quindi i tesori delle grazie divine e versate sopra di noi i torrenti della vostra misericordia. Ravvivate la fede nelle anime nostre, accrescetevi la speranza, accendetevi la carità, così che possiamo vivere e morire nel santo amore di Voi Madre nostra e di Gesù nostro Redentore.

A chi reciterà piamente questa preghiera concediamo l'indulgenza di cento giorni.
Novara 25 maggio 1954, + Gilla Vincenzo, Vescovo

domenica, febbraio 26, 2006

San Nicola de Flüe

nacque il 21 marzo 1417 a Sachseln nell'Unterwalden da facoltosi contadini.
Educato dalla madre piissima, manifestò in ancor tenerissima età una spiccata tendenza alla solitudine e al raccoglimento, mentre il Signore lo favoriva di doni soprannaturali. A sedici anni, durante una visione, sentì per la prima volta l'appello divino alla vita solitaria. Obbedendo alle autorità della Patria minacciata, a diciannove anni partì col padre per la guerra (1436-1450). Il singolare valore dimostrato in battaglia lo elevò al grado di luogotenente e successivamente a quello di capitano, cosa rarissima in quei tempi per un giovane della sua età. Tornato in paese, dietro consiglio del confessore, si unì in matrimonio con una eletta donzella, mentre l'alta considerazione dei conterranei lo portava nonostante energiche riluttanze, alle funzioni di Consigliere del Cantone, di Giudice del Tribunale, di Deputato alla Dieta Federale.
Aveva cinquant'anni quando, abbandonata per sempre la vita pubblica e incalzato da incessanti visioni e arcani comandi, dopo una lotta contro i più cari affetti del cuore durata due anni, col pieno consenso della sposa, lasciava il letto nuziale. Guidato da quattro faci misteriose, prese dimora su le rive di un torrente, in uno sprofondo selvaggio chiamato "Il Ranft". Colà, guidato sempre dal suo direttore di spirito, intraprese l'astensione totale da ogni cibo corporale, con un digiuno che non doveva cessare che con la morte.
Nell'angustissima cella di legno che formava il suo unico rifugio, mentre da una parte veniva illuminato da nuove grandiose visioni, dall'altra subiva paurose incursioni del demonio. Intanto anime bisognose di guida, venivano a ritemprarsi al povero romitorio. Le stesse autorità della Confederazione, scissa da mortali rancori e sul punto di essere travolta da una nuova guerra fratricida, vennero a rimettere nelle sue mani le sorti del paese. In mezzo a spietati rigori, la sera del 21 dicembre 1481, il Santo riuscì a ricondurre la pace negli animi, dettando i principi del famoso Patto di Stans. Questa particolare nota di Pacificatore, mentre lo consacrava alla storia del suo paese col titolo di Pater Patriae, lo faceva invocare con quello di Patrono della Pace.
Consunto finalmente dalle asprezze, ischeletrito dall'implacabile digiuno, all'alba del suo settantesimo anno, come era stato avvertito da tre misteriosi personaggi, spirava il 21 marzo 1487.

Elevazioni ritmiche di San Nicola de Flüe

Mio Signore e mio Dio, fa che non resti in me peso che m'impedisca salir verso di Te.
Mio Signore e mio Dio, conserva tutto in me quanto accresce nel cuore l'anelito di Te.
Mio Signore e mio Dio, togli me stesso a me: prendimi, umile cosa tutta di Te, per Te.

(Versione del cav. Giovanni Morsani)

Che cos'è la Medaglia Miracolosa?

La Miracolosa è la medaglia della Madonna per eccellenza, perchè è l'unica da Lei ideata e voluta. Comparendo infatti a Parigi, nel 1830 a Santa Caterina Labouré, Figlia della Carità di S. Vincenzo de' Paoli, le fece ripetutamente vedere in due quadri le due facce della Medaglia dicendole: "Fa coniare una medaglia secondo il modello che hai visto, coloro che la porteranno indulgenziata, ripetendo la breve preghiera (la giaculatoria), riceveranno grandi grazie: copiose saranno le grazie per chi avrà fiducia... I raggi sono simbolo delle grazie che io spando sulle persone che me le domandano. Le gemme che non mandano luce sono simbolo delle grazie che non mi si domandano".
La Medaglia fu conata, e tante furono le guarigioni spirituali e corporali che si ottennero, che dal popolo riconoscente fu battezzata Miracolosa.
Portiamola dunque con fede; portiamola sempre; procuriamola a tutti quelli a cui vogliamo assicurare la specialissima protezione promessa da Maria SS. La Medagli sarà anche per noi e per essi veramente miracolosa.

Novena e Triduo

1. - O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà delle nostre miserie scendeste dal cielo per mostrarci quanta parte prendete alle nostre pene e quanto vi adoperate per stornare da noi i castighi di Dio e impetrarci le sue grazie, muovetevi a pietà della presente nostra necessità; consolate la nostra afflizione e concedeteci la grazia che vi domandiamo. Salve Regina.
O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi!

2. - O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, quale rimedio a tanti mali spirituali e corporali che ci affliggono, ci avete portata la Vostra Medaglia, affinchè fosse difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e vi domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.
Salve ecc.

3. - O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa. Voi avete promesso che grandi sarebbero state le grazie per i devoti della vostra Medaglia che vi avessero invocata con la giaculatoria da Voi insegnata; ebbene, o Madre, ecco che noi, pieni di fiducia nella vostra parola, ricorriamo a Voi e vi domandiamo, per la vostra Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.

N.B. - Per rendere più sicuro l'effetto della Novena, al principio mettiti in grazia di Dio con un sincero atto di contrizione e al termine di essa fa una buona confessione ed una fervente comunione.

Apostolata Mariano - V. Trieste 26. 15033 Casale M. (Aless.)
Con approvazione ecclsiastica

sabato, febbraio 25, 2006

Invocazione quotidiana da recitarsi davanti all'Immagine della B.V. di Caravaggio


I.
O pietosissima, o dolce nostra Madre Maria, che apparisti a Caravaggio, alla povera Giovannetta ed ivi suscitasti una fonte d'incessanti grazie a favore di chi fidente a te ricorre, mostrandoti benigna consolatrice degli afflitti e pontente salute degli infermi, voglia essere anche a me propizia nelle infermità e nelle afflizioni, impetrandomi pazienza, consolazione, salute e merito in ogni mia tribolazione.
Ave, o Maria, ecc.
Giaculatoria - Nostra Signora di Caravaggio, prega per noi.

II.
O clementissima Madre e avvocata nostra Maria, che nel colloquio con Giovannetta ti rivelasti rifugio dei peccatori e mediatrice di grazie, degnati essere anche per me avvocata pietosa sopra tutto ottenendomi sincero pentimento delle mie colpe, perdono e grazia.
Ave, o Maria, ecc.
Giaculatoria - Nostra Signora di Caravaggio, prega per noi.

III.
O gloriosissima Regina, che alle pia Giovannetta ti rivelasti valido aiuto dei cristiani, soccorri pietosa me pure in tutti i pericoli e in tutte le necessità. Aiutami in vita, confortami e difendimi nell'ora della morte, affinché possa renderti grazie e cantare le tue glorie, per tutta l'eternità nel Paradiso.
Ave, o Maria, ecc.
Giaculatoria - Nostra Signora di Caravaggio, prega per noi.

ALTRA ORAZIONE
da recitarsi durante il giorno

Ti sono grato, o Vergine carissima di Caravaggio, delle misericordie innumerevoli che hai diffuso sopra di me. Continua però a proteggermi perché innumerevoli pericoli da ogni parte, in ogni momento, mi circondano, ed io sono debole ed incauto. Non abbandonarmi, guardami sempre con occhio di pietà, soccorrimi continuamente con la potente tua bontà.
Giaculatoria - Nostra Signora di Caravaggio, prega per noi.

L'apparizione di Maria Vergine a Caravaggio

La Vergine apparve, a Caravaggio ad una donna chiamata Giovannetta, la sera del 26 maggio 1432. Giovannetta figlia di Pietro Vacchi umile lavoratore della terra, era sposa a Francesco Varoli, uomo di carattere aspro e duro di cuore, che spesso la ingiuriava, percuoteva, maltrattava.
La vita di Giovannetta era delle più tristi: tutta e sempre costretta tra le brutalità del marito, le strettezze della povertà e le fatiche più gravi per provvedere la casa del necessario.
Quella sera, potevano essere le cinque circa, Giovannetta si trovava fuori di casa a falciare erba. In un campo, chiamato "Mazzolengo", già ne aveva raccolta un buon fascio e s'accingeva a rincasare. Ma quanta pena rincasare! Le mura domestiche risonavano tanto di minacce, di percosse, così da sembrarle più di prigione che di casa: perché ritornare? L'angoscia era grande, ma grande era anche la virtù di questa umile donna, che tutto sopportava con la cristiana rassegnazione che fa i santi e strappa i miracoli.
Unico suo conforto era la fede, unico suo sfogo la preghiera, unica sua speranza Maria Santissima.
Ed a Maria s'elevarono spesso anche quella sera i suoi sospiri e le sue invocazioni, mentre falciava l'erba, prima di accingersi al ritorno. Maria, Madre di conforto, ascoltò l'umile e fiducioso abbandono della povera donna e le volle benignamente concedere più di quanto avesse osato chiedere.
Una mirabile, luminosa visione apparve a Giovannetta. Le apparve una donna vestita di azzuro, il capo coperto di candido velo, l'aspetto nobile, maestoso, amabile.
Chi era? Alla visione un'intima gioia tutta la pervase, un'onda di gaudio soprannaturale lenì le sue pene: tanto improvviso gaudio non poteva venire che dal cielo.
Era Maria, aiuto dei cristiani, conforto degli afflitti, sostengo in tutte le terrene strettezze e necessità.
Il dialogo intercorso non ci è noto, ma possiamo facilmente riconstruirlo.
I tempi erano tristi per guerre recenti, per scismi che affliggevano e dilaniavano la Chiesa, per i molti vizi e disordini morali che guastavano la società. Maria apparve a confortare ed a premiare una povera donna avvilita e umiliata, ma per richiamare, nello stesso tempo, tutti i cristiani ad una vita migliore. Rivelò quindi a Giovannetta quanto i peccati degli uomini offendessero la maestà del suo divin Figlio e ne trafiggessero il cuore. Presto Gesù ne avrebbe castigata l'iniquità e la malizia e Giovannetta poteva evitarlo, se avesse richiamato a penitenza ed invitato a quel luogo, peccatori e sofferenti.
A prova ed a conforto della verità delle sue parole, Maria promise a Giovannetta, ancora esitante, segni prodigiosi e grazie grandi; ne era pegno e mezzo quella polla d'acqua viva sgorgata ai suoi piedi ed alla quale si sarebbero dissetati i fedeli accorsi.
Giovannetta, così confortata e rassicurata, benché umile ed ignorante, diventò sicura banditrice del celeste messaggio, dapprima a Caravaggio, poi a Milano, poi in tant'altri luoghi, fino a Costantinopoli.
Accorsero i fedeli e, per la loro pietà, nel campo abbandonato e stepposo, sorse un meraviglioso tempio; vennero i peccatori e trovarono, con il dolore dei peccati, la via d'una vita nuova; vennero gli infermi e i sofferenti e trovarono salute fisica e conforto morale.
La sorgente d'acqua fresca diventava simbolo delle grazie celesti fluenti dal cuore del Salvatore a sollievo d'ogni umana necessità.
Se puoi, vieni anche tu a Caravaggio; pure per il tuo cuore e per la tua anima, la Vergine, sicuramente, ha doni e conforti preziosi. Vieni e, in un incontro con Maria, facilmente otterrai quello che manca alle tua pace, alla tua gioia più vera.

Inno alla SS. Pietà di Cannobio


Parole del Prov. V. Sacco, Musica del M.o P. Marazzini

Ritornello:
O nostra viva gloria
Santissima Pietà
deh salga a Te del popolo
l'inno che non morrà

I
D'inesprimibil gaudio
s'accende e freme il cor
allor che il gran prodigio
rimembra del Signor.
II
Mirò la terra attonita;
il ciel ancor stupì;
sovra dipinta Immagine
Cristo il suo seno aprì!
III
Cadde la Costa carnea
sull'improvviso altar,
e di purpuree gocce
i drappi rosseggiar.
IV
Il nuovo orror del Golgota
Giovanni contemplò,
e la dolente Vergine
commossa lacrimò.
V
Scendi propizio sangue,
che il Salvator ci diè:
l'umana colpa astergere
solo è concesso a te.
VI
Per te, Costa Santissima
a Dio chiediam perdon;
apporta tu sui miseri
novella redenzion.
VII
Un dì serbasti provvida
all'Italo confin
la fè, che guida i popoli
ad immortal destin;
VIII
Ed or l'errante illumina
che nega il sacro ver,
e rendi pura l'anima
che adora il tuo mister.
IX
Cannobio, a te nei secoli
arriva la Pietà;
tesor a questo simile
giammai la terra avrà.
X
Leviam l'osanna fervido
al mite Redentor;
trionf con lo Spirito
l'eterno Genitor.

Santuario SS. Pietà di Cannobio


Il Canto della Pietà
(sulla melodia dell'Ave di Lourdes)

Del lago alla sponda
antico un ostel
si specchia nell'onda
col monte e col ciel

Pietà, Pietà, Pietà, Maria!

Nell'umil "Saletta"
la Santa Pietà
adora Antonietta
e un gemito dà:

"O madre, salite
che piange il Signor,
che dalle ferite
il sangue gli scor."

Col Figlio Maria
piange nel dolor!
Giovanni si unia
commosso d'amor.

Immagini sante,
qual duro pensier
vi rende sì affrante,
sì pie a veder?

Non piange il penare
chi sacro lo sa!
Ma piange il peccare
la Santa Pietà.

Si avviva il dipinto!...
Con simbolo arcan
la Madre all'Estinto
accosta la man.

La pia pergamena
è tutta un tremor:
si scuote e dimena,
la strazia il dolor.

E quando dell'Ave
il suono trascor,
il Petto soave
si squarcia d'amor.

Prodigio mai visto
di santa Pietà!
Si squarcia e di Cristo
la Costa ci dà.

O fiaccole, ardete
tra preci e clamor!
O strade, godete;
ripassa il Signor,

Accese i suoi ceri
Cannobio d'allor:
i bei "lumineri"
riaccende oggi ancor.

E là dove il Sangue
prezioso sgorgò
L'amore con l'arte
bel Tempio elevò!

Il Santuario della SS. Pietà di Cannobio

Notizie storiche sul Miracolo e sul Santuario

Dove sorge ora il Santuario, monumento nazionale, nel 1522 eravi la osteria die Tommaso de' Zacchei, e in una saletta di questa era appeso un quadretto di pergamena, sopra di cui è dipinta la SS. Pietà come è qui raffigurata.
La sera del mercoledì 8 Gennaio 1522, Antonietta, figlia tredicenne di Tommaso, vide le tre Immagini piangere lacrime di sangue e sangue vivo uscire dalle cicatrici delle mani e del costato di Gesù.
Alle grida della fanciulla, accorsero tutti di casa e i vicini; sotto il quadretto venne collocata una tovaglia.
Più tardi si rinnovò il miracolo, innanzi a un maggior numero di accorsi. La mano della Madonna si mosse presso la ferita del costato di Gesù: il corpo del Redentore si protese in avanti; il quadro prese ad oscillare e la pergamena ad accartocciarsi come tra spasimi di dolore.
Il dì seguente, 9 Gennaio, presenti molte persone, il costato di Gesù si gonfiò e ne uscì una piccola costa tutta insanguinata, con qualche poco di carne intorno; e con grande effusione di Sangue.
La Sacra Costa fu, quella sera stessa, raccolta dai Sacerdoti in un calice consacrato, e portata con solennissima processione alle Chiesa parrocchiale di S. Vittore: venna poi racchiusa in un prezioso reliquiario che si conserva tuttora nella medesima Collegiata.
Il Venerdì 10 Gennaio, su l'imbrunire, si rinnovò il miracolo delle lacrime di sangue, essendo presenti, fra grande moltitudine di persone, i Conti Borromei.
Di nuovo si ripeterono i fatti prodigiosi il 28 Gennaio e il 4 fabbraio, ma sopratutto il 27 febbraio, quando il Corpo di Gesù si mostrò insanguinato come se fosse stato flagellato da poco.
Con atto notarile, Bartolomeo Albertino e Giacomo Poscolonna raccolsero la deposizione giurata dei testimoni oculari. La saletta dell'osteria si traformò subito in oratorio, poi in chiesa e, verso il 1575, nell'attuale Santuario, per la munificenza di S. Carlo Borromeo che celebrò, innanzi alla miracolosa pergamena, la sua penultima Messa, il 31 Ottobre 1584.
Nella fausta ricorrenza del Quarto Centenario del mirabile fatto, fu ritrovata e aperta la cassetta contenente le Reliquie della SS. Pietà, che nel 1540 erano state murate entro l'altare maggiore della prima chiesa e per circa quattrocento anni erano rimaste come in oblio; tra esse fu ritrovato un "sudario" con l'effige del Signore.
I pannilini macchiati di sangue miracoloso (tovaglia, corporale, grembiuli, brani d'abiti) stanno ora, racchiusi in una artistica urna di bronzo, sotto la nuova mensa dell'altare maggiore del Santuario, la reliquia del Volto Santo in una teca a parte, che si porge al bacio dei pellegrini.
Il quadretto prodigioso della SS. Pietà, la sacra Costa, ed i pannilini intrisi di sangue, costituiscono un tesoro sacro inestimabile e collocano il Santuario di Cannobio fra i primi del mondo.
Capolavoro d'arte architettonica su disegno del Pellegrini, raccoglie quadri di gran valore, tra cui la pala dell'Altare, opera di Gaudenzio Ferrari. (1653).
Presso il Santuario si può trovare nella "Casa della Madonna" e "Casa del Pellegrino" un confortevole soggiorno per corsi di esercizi spirituali, giornate di ritiro, di studio e di riposo.

Nella Cripta del santuorio riposa la Salma del servo di Dio Don Silvio Gallotti (1881-1927) santo educatore dei Seminari Novaresi, apostolo tenerissimo della Devozione alla Madonna.

mercoledì, febbraio 22, 2006

Miracolosa Immagine della Madonna venerata nella abbazia S. Maria di Follina (Treviso)

PREGHIERA ALLA BEATA VERGINE DI FOLLINA

O Vergine Santissima di Follina, che Vi siete degnata di renderVi sensibile in questa vostra cara Immagine, per dispensare a quanti a Voi ricorrono l'abbondanza di ogni grazia, degnatevi di farmi sentire la vostra amorosa protezione.
Nessuno mai rivolgendosi a Voi, ha pregato invano! Anch'io, Madre pietosa, Vi prego di farmi esperimentare la tenerezza con cui mi amate e Vi supplico a concedermi la grazia speciale che Vi domando ...
Prendetemi sotto la vostra protezione e con me chiunque mi è caro e fate che io goda della vostra assistenza in questa vita e nel momento della mia morte, per venire poi a lodarVi e ringarziarVi per sempre in Cielo. Cosí sia.
Tre Ave Maria.

Indulgenza di 100 giorni
+ Albino Luciani, Vescovo

martedì, febbraio 21, 2006

Preghiera a S. Antonio di Padova

Ricordatevi, oh! ricordatevi, miracoloso Santo, che voi non avete mai lasciato di aiutare e consolare chi vi ha invocato nelle sue necessità! Animato io da una grande confidenza e dalla certezza di non pregare invano, a voi ricorro che siete tanto ricco di grazie e tanto caro a Gesù!
Eloquente predicatore dell'infinita misericordia di Dio, non rifiutate la mia preghiera, ma fate che essa giunga con la vostra intercessione al trono di Dio, affinchè io abbia aiuto e conforto nella presente mia angustia e necessità. Così sia.

Imprimatur: Mediolani, 15-III-1902 - J. Rossi, Vic. Gen.

lunedì, febbraio 20, 2006

Apparizione della Madonna degli Angeli, Arcola, La Spezia

PREGHIERA

O santissima Vergine Maria, o Madonna degli Angeli, deh! da codesto vostro trono di misericordia, rivolgete benigna il vostro sguardo sopra di me indegno vostro servo. Aiutatemi contro le insidie del demonio, impetratemi un perfetto e costante amore al vostro dilettissimo Figlio ed a Voi che siete dopo Lui la mia unica speme.
O mia Regina e Madre deh! fate che in me non venga mai meno un tale amore, ma duri fino alla morte, dopo la quale io sia da Voi condotto alla patria dei Beati. Amen.
(Sette Ave Marie).

A chi visiterà la Chiesa di N. S. degli Angioli in Arcola ed ivi reciterà divotamente la suddetta preghiera con l'aggiunta di sette "Ave Marie" accordiamo l'indulgenza di 100 giorni, da lucrarsi una volta al giorno.

La Spezia 5 aprile 1949
+ GIUSEPPE STELLA, Vescovo di Luni

Compendio Storico

A N. S. degli Angeli in Arcola

O Vergine bella,
degli Angeli amor,
o fulgida stella
nel mar del dolor.
Ave Maria.

Dei figli diletti
degnate gradir
le lodi, gli affetti,
le preci, i sopir.
Ave Maria.

Chi mai, Gran Signora
qui scender vi fè,
e in questa dimora
posar vostro piè?
Ave Maria.

Fu solo l'eterna
divina bontà,
la vostra materna
clemente pietà.
Ave Maria.

Gemevano i figli
ingrati al Signor
tra gravi perigli
in pianti e dolor.
Ave Maria.

Ma, oh! grazia celeste!
in candido vel
pietosa scendeste,
Regina del ciel.
Ave Maria.

E gli Angeli santi
in vago splendor
mostravan festanti
gli affetti del cuor.
Ave Maria.

Ed oh! chi può dire
qual felicità
vedere e sentire
la vostra bontà?
Ave Maria.

A pie giovinette
Vi deste a veder
chiamandole elette
del cielo al voler.
Ave Maria.

Col pianto e il digiuno
con l'umil dolor
ritorni ciascuno
pentito al Signor.
Ave Maria.

Qui innalzi un gran tempio
la fervida fe;
dal cielo qui l'empio
implori mercè.
Ave Maria.

Fanciulle beate!
a tal dignità
le volle chiamate
la vostra bontà.
Ave Maria.

Ed oh! come fide
al vostro voler
il popol le vide
col vostro poter.
Ave Maria.

Il tempio lo dice
i voti, l'altar,
quest'alma pendice,
la terra ed il mar.
Ave Maria.

O Vergine bella
degli Angeli amor,
qui siate la stella
nel mar del dolor.
Ave Maria.

Deh! ai figli ispirate
devoti pensier,
gli erranti chiamate
sul retto sentier.
Ave Maria.

E qui dove un giorno
posando i bei piè
scieglieste il soggiorno
d'amore, di fè.
Ave Maria.

Di tutti gradite
la prece, l'amor,
a tutti elargite
di grazia i tesor.
Ave Maria.

domenica, febbraio 19, 2006

Consacrazione e Supplica a Maria Ausiliatrice


Santissima Vergine Maria, da Dio costituita Ausiliatrice dei Cristiani, noi Ti eleggiamo Signora e Padrona di questa casa.
Dègnati, Ti supplichiamo, di mostrare in essa in Tuo potente aiuto. Preservala da ogni danno: dal fuoco, dall'acqua, dal fulmine, dagli uragani, dai terremoti, dai ladri, dai cattivi, dalle incursioni, dalla guerra, e da tutte le altre calamità che Tu sai.
Benedici, proteggi, difendi, custodisci come cosa tua le persone che vivono e vivranno in essa: preservale da tutte le disgrazie e gli infortuni, ma soprattutto concedi loro l'importantissima grazia di evitare il peccato.
Maria, Aiuto dei Cristiani, prega per quanti abitano in questa casa che a Te si è consacrata per sempre.
Così sia!


Da affiggere all'interno della porta di casa.
Ricordi Religiosi Santuario Maria Ausiliatrice, Via M. Ausiliatrice, 32, I-10100 Torino

giovedì, febbraio 16, 2006

Gesù Cristo è nostro Re

Gesù Cristo è nostro Re per diritto di creazione perchè come Dio ci ha creati e ci conserva; per diritto di conquista perchè ci ha riscattati dalla più terribile delle schiavitù; per diritto di elezione perchè tale l'abbiamo eletto nel santo Battesimo.
Il regno di Gesù Cristo è regno di verità, di giustizia, di bontà e di amore. "Il mio giogo è soave, il mio peso è leggero", Egli dice. Oh! di quanta felicità potremmo godere se gli individui, le famiglie e la società si lasciassero governare da Gesù Cristo! Perciò per quanto ci è possibile lavoriamo con zelo all'estensione del suo regno, ma soprattutto facciamolo regnare in noi consacrandogli la mente, il cuore, l'anima e il corpo.

CONSACRAZIONE DEL GENERE UMANO
(Leone XIII - Pio XI)

O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguardate a noi umilmente prostrati dinanzi al vostro altare. Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere; e per poter vivere a Voi più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al vostro sacratissimo Cuore. Molti, purtroppo, non vi conobbero mai; molti, disprezzando i vostri comandamenti, vi ripudiarono.
O benignissimo Gesù, abbiate misericordia e degli uni e degli altri, e tutti quanti attirate al vostro Cuore Santissimo.
O Signore, siate il Re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da Voi, ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono; fate che questi, quanto prima, ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame. Siate il Re di coloro che vivono nell'inganno dell'errore o, per discordia, da Voi separati; richiamateli al porto della verità ed all'unità della fede, affinchè in breve si faccia un solo ovile sotto un solo Pastore. Siate il Re di tutti quelli che sono ancora avvolti nelle tenebre dell'idolatria e dell'islamismo e non ricusate di trarli tutti al lume e al regno vostro. Riguardate finalmente con occhio di misericordia i figli di quel popolo che un dì fu il prediletto; scenda anche su di loro, lavacro di redenzione e di vita, il Sangue già sopra di essi invocato.
Largite, o Signore, inculumità e libertà sicura alla vostra Chiesa, largite a tutti i popoli la tranquilità dell'ordine; fate che da un capo all'altro della terra risuoni questa unica voce: "Sia lode a quel Cuore Divino, da cui venne la nostra salute; a Lui si canti gloria e onore nei secoli dei secoli". Così sia.

Indulgenza di 5 anni. Indulgenza plenaria mensile per la devote recita quotidiana e mediante confessione, Comunione e visita di una chiesa o pubblico oratorio.
Nella festa die Cristo Re partecipando, anche in oratorio semipubblico, alla recita pubblica di tale dedica e delle litaníe del S. Cuore davanti al SS.mo selennemente esposto, si guadagnano: indulgenza di 7 anni; plenaria se confessati e communicati.

PREGHIERA A NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO RE UNIVERSALE

O Cristo Gesù, io vi riconosco per Re universale. Tutto quello che è stato fatto, per Voi è stato creato. Esercitate pure sovra di me tutti i vostri diritti.
Io rinnovo le mie promesse battesimali, rinunziando a Santana, alle sue pompe e alle sue opere, e prometto di vivere da buon ciristiano. In modo tutto particolare mi impegno a fare trionfare, secondo le mie forze, i diritti di Dio e della vostra Chiesa.
Divin Cuore di Gesù, vi offro le mie povere azioni, per ottenere che tutti i cuori riconoscano la vostra sacra Regalità e che, in tal modo, il regno della vostra pace si stabilisca in tutto il mondo. Così sia.

Indulgenza plenaria alle solite condizioni una volta al giorno.

mercoledì, febbraio 15, 2006

Virgo Lauretana (Loretto)

Orazione

O Signore che col mistero dell'incarnazione del Verbo hai consecrata la dimora della Beata Vergine Maria: e a Lei nel seno della tua Chiesa assegnasti un luogo sublime; concedi, che, lungi dai convegni dei peccatori, ci facciamo degni abitatori della tua santa casa. Nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo.

Oratio

Deus qui Beatae Mariae Virginis Domum per Incarnati Verbi mysterium misericorditer cosecrasti, eamque in sinu Ecclesiae tuae mirabiliter collocasti: concede, ut segregati a tabernaculis peccatorum, digni efficiamur habitatores Domus sanctae tuae. Per eundem Dominum.

Beata Vergine del Fuoco, Protettrice di Forlì

La Storia

L'immagine della Madonna del Fuoco è un'antica xilografia stampata su carta comune. Era essa appesa al muro di una scuola di Forlì, sopra una tavola di legno, quando la sera del mercoledì 4 febbraio 1428, si sviluppò un incendio che tutto ridusse in cenere. Al cessar delle fiamme destò stupore il vedere appesa al muro l'immagine rimasta intatta. Da quel giorno è incominciata la devozione a detta immagine, chiamata la Madonna del Fuoco.

Preghiera

O Signore che in mode miracoloso ci conservasti incolume dal fuoco l'immagine della Madre del tuo diletto Figlio, per i suoi meriti e per la sua intercessione concedi che, sempre infiammati del tuo amore, possiamo scampare dal fuoco eterno. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

B.N. Marconi Gen.

lunedì, febbraio 13, 2006

Preghiera alla Sacra Famiglia

O Gesù Redentore, che passaste la vostra vita nella povera casa di Nazaret, santificando quella Famiglia che doveva essere l'esemplare di tutte le Famiglie Cristiane, accogliete benigno la nostra che ora a Voi si dedica e stabilite in essa il santo timor vostro affichè uniformandosi al divino modello della vostra Famiglia, possa conseguire l'eterna beatitudine.
Maria, Madre di Gesù, e voi o S. Giuseppe custode Santissimo di Gesù, colla vostra intercessione rendete accetta a Gesù questa umile offerta, ed otteneteci le sue grazie e benedizioni.

Con approvazione ecclesiastica

Il crocifisso che parlò a San Francesco di Assisi

"Vade, Francisce, repara domum meam quae, ut cernis, tota destruitur"

Crucifixus qui locutus est Sancto Francisco Assisiensi

Orazione a S. Alfonso Maria de' Liguori

O mio glorioso ed amatissimo protettore S. Alfonso, voi, che avete tanto faticato e sofferto per assicurare agli uomini il frutto della Redenzione, vedete le miserie dell'anima mia ed abbiate pietà di me. Per la potente intercessione di cui godete presso Gesù e Maria, ottenetemi il perdono delle passate mie colpe, un grande orrore al peccato e la forza di resistere sempre alle tentazioni. Partecipatemi, ve ne prego, una scintilla di quell'ardente carità onde il vostro cuore fu sempre inflammato, e fate che a vostra imitazione il divin beneplacido sia l'unica norma della mia vita. Imploratemi inoltre un fervido e costante amore a Gesù, ed una tenera e figliale devozione verso Maria, e la grazia di pregar sempre e di perseverare nel divino servizio fino al punto della mia morte, affinchè io possa finalmente unirmi a voi per lodare Dio e Maria Santissima per tutta l'eternità. Cosi sia.

Indulgenza di 200 giorni una volta al giorno a chi recita la suddetta orazione. Rescr. 18-6-1887

domenica, febbraio 12, 2006

Beata Vergine detta la Nicopeja

Immagine della B. V. detta la Nicopeja
che si venera nella insigne Basilica di S. Marco in Venezia

Orazione alla Beata Vergine detta la Nicopeja

A te, Vergine benedetta alla quale, da secoli, il popolo nostro usò ricorrere nei giorni del dolore, a te alla quale guiunse sempre il nostro voto riconoscente nei prosperi successi, dedichiamo i nostri cuori con affetto filiale e con riconoscenza.
Non dimenticheremo mai, o Vergine, che la torre millenaria della basilica d'oro risolvendosi in cumulo di rovine, nessuna vittima, per la tua protezione fu deplorata.
Non dimenticheremo mai che, invocata nei giorni di minacciata invasione nemica, hai salvata la nostra città. Deh! Vergine benedetta, continua a vegliare sopra questa città, tua fino dalle più remote origini. E mentre l'Angelo dalla vetta della cuspide nel suo sfolgorio d'oro sembra ripetere a te il saluto "Ave piena di grazia", noi facendogli eco, ripetiamo fidenti: "prega per noi".

Nihil obstat
100 giorni d'indulgenza una volta al giorno.
Venezia, 11 Marzo 1932, + Card. La Fontaine Patriarca

venerdì, febbraio 03, 2006

Preghiera a Maria Vergine Addolorata

O Cuore afflittissimo della Madre nostra, a Voi umilmente ricorriamo in mezzo a tanti mali che ne circondano. Vedete, o Maria, con qual violenza questi ci assalgono e ci opprimono! È pur vero che noi meritiamo innumerevoli castighi a cagione dei nostri molti e gravi peccati; ma deh Voi, o Madre Pietosa, degnatevi guardarci con occhio di bontà e di compassione. Rammentatevi da quali dolori acerbissimi fu straziata l'anima vostra nella Passione e nella Morte del vostro caro Gesù. È ai piedi della Croce, o Maria, ed in un oceano di amarezze che siete divenuta madre nostra! Soccorreteci adunque benigna in mezzo alle nostre sofferenze; liberateci dai mali che ci affliggono, o almeno insegnateci a sopportarli con rassegnazione ed amore, per ottenerne poi un giorno la ricompensa nel Cielo.
E così sia.

Imprimatur. Mediolani, e Curia Arch., 6 Julii 1898, P. Carolus Nardi, Pro Vic. Gen.
Roma - Presso l'Eco del Pontificato.

mercoledì, febbraio 01, 2006

Maria Santissima di Trapani, Sicilia

Basilica - Santuario MARIA SS. ANNUNZIATA
dei Padri Carmelitani, I-91100 Trapani. Posted by Picasa